Aerostazione nuova

Spot disastroso per il nuovo “Gino Lisa”

Non c’è che dire: se l’aeroporto Gino Lisa aveva bisogno di un lancio mediatico per la sua nuova pista ormai pronta e inutilizzata da due mesi, ci ha pensato Charly Steiner, pilota socio dell’Aero club di Lugano, a confezionare uno spot efficace. Quella lettera dal titolo “Cari amici piloti, alla larga da Foggia”, pubblicata sulla rivista di aviazione Vfr Aviation (settembre) ha fatto il giro di tutti gli operatori di settore internazionali e rischia di diventare l’epitaffio sulle future e sempre più improbabili ambizioni di ripartenza dello scalo foggiano. Tanto più che dello stesso tenore è un altro reclamo della società perugina Fly Star che lamenta di aver pagato 460,54 euro per due ore di sosta di un aereo da quattro posti. «E senza rifornimento…». Ai comandi del suo Cirrus SR22 con quattro persone a bordo (due piloti e rispettive consorti), la compagnia di Steiner diretta a Corte, nel Salento, il 6 agosto scorso decise di atterrare a Foggia per fare rifornimento e una breve sosta. A prezzi «esorbitanti» denuncia il pilota svizzero: per la verità nella risposta fornita dal giornale al socio dell’Aeroclub di Lugano i costi pagati da Steiner sono ritenuti «accettabili». Di esorbitante – a parere del periodico oltre che di Steiner evidentemente – è solo solo il prezzo della security. «Se le nostre mogli fossero uscite per 5 minuti dalla sala arrivo per fumare una sigaretta – denuncia il pilota – avrebbero dovuto pagare 200 euro per rientrare!».
Una vicenda che conferma, qualora ce ne fosse bisogno, qual è il livello di attenzione da parte del gestore di uno scalo appena rinnovato con soldi pubblici (14 milioni di euro per la pista, poi ci sono le spese per la nuova aerostazione) che, seguendo una logica imprenditoriale, dovrebbe essere messo ora nelle condizioni di funzionare a condizioni di mercato. Altrimenti sarà un attimo il passaggio del “Gino Lisa” da aeroporto fantasma a danno patrimoniale per i contribuenti. Ricordiamo quando, con la pista non ancora pronta, il direttore generale di Adp, Marco Catamerò, individuava proprio nell’aviazione generale (ovvero i voli turistici di cui sopra) lo strumento più immediato e efficace per il ritorno di Foggia nelle mappe aeronautiche dopo tre anni di chiusura totale. Ci si aspetterebbe dunque a questo punto la promozione di una campagna di lancio in favore del piccolo anatroccolo, autentica Cenerentola tra gli scali pugliesi. L’adozione di prezzi più competitivi in fondo sarebbe il minimo per incentivare traffico – nell’interesse stesso di Aeroporti di Puglia – affinché anche il Gino Lisa cominci a portare all’ovile qualche utile. E invece sono bastati due voli per trasformare il piccolo scalo foggiano in un’entità respingente agli occhi degli operatori nazionali e d’Oltralpe. Chi non crede ai complotti, fa oggettivamente fatica oggi a pensare che i due episodi siano la risultante di semplici coincidenze. Se non è scellerata la politica dei prezzi praticata dalla società concessionaria Fly Service al Gino Lisa, allora come considerare una tale «distrazione» da parte di Aeroporti di Puglia? Le reazioni del territorio non sono mancate: il presidente del comitato Vola Gino Lisa, Sergio Venturino, considera la vicenda l’ennesimo oltraggio alla comunità foggiana, «umiliata e delusa» dalle politiche regionali per quella tela di Penelope che è diventato il suo scalo. La parlamentare Rosa Menga (Gruppo misto), chiede in un’interrogazione al ministro dei Trasporti di chiarire cosa c’è sotto la designazione (anche questa fantasma?) del dipartimento della Protezione civile all’interno dell’aeroporto foggiano. Se è questo il terreno di confronto, figurarsi con quale cura possa esser lanciato a dicembre, o giù di lì, quello che si ritiene in Regione sia il vero battesimo del volo per il nuovo Gino Lisa, il collegamento con Milano Malpensa.

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