Urla dal silenzio sui muri in città

by Roberto Levantaci

Ancorate e immobili come quadri alle pareti, pazienti e taciturne come messaggi in bottiglia. A volte evidenti, altre quasi nascoste. Coloratissime o in bianco e nero, a caratteri cubitali o microscopiche, in maiuscolo o in stampatello, esposte spesso in modo corretto, a volte invece piene di errori. Ignorate da molti, stigmatizzate da tutti, catturate da altri, apprezzate da pochi. Le scritte sui muri ci parlano, ci mandano segnali, ci inviano messaggi. Muri selvaggiamente imbrattati, ma anche informazioni in codice, chiare richieste di aiuto, denunce. Chissà cosa spinge la mano del writer, perché sceglie proprio quella parete, cosa avrà voluto dirci, a chi, per quale ragione. Soprattutto, perché si preferisce la superficie vuota di un muro ai più gettonati e modaioli social. Le scritte sui muri di Foggia non sono mai banali, raccontano una città non facile, con i suoi mille problemi, le sue peculiarità, i pregi e i difetti, le gioie e la sofferenze, i modi di dire, la sua storia. Dal semplice “ti amo “ al più scontato “scemo chi legge “. Ce ne sono diverse che fanno pensare, che suscitano interrogativi, che catturano un certo interesse. Di seguito, una piccola selezione di quelle maggiormente intriganti.

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