Si ode ancora in lontananza lo sferragliare delle sciabole. E sui social la lunga scia di morti e feriti ha lasciato spazio alla rassegnata condivisione: non ne usciremo mai. Fa fatica anche il cronista a mettere ordine tra verità e mistificazioni, sulla proposta-provocazione lanciata dal giornalista e scrittore Davide Grittani che legittimerebbe i foggiani a chiedere un risarcimento di “100 milioni di euro” (addirittura) ai comici Pio e Amedeo per il trash foggian-popolare da esportazione di cui è permeata anche la seconda edizione del cult “Emigratis” in onda su Canale 5 con ascolti ragguardevoli. Ma non si può essere cerchiobottisti su certi temi e poi Grittani sfonda una porta aperta: il 50% dei foggiani (almeno) la penserebbe proprio così, anche se poi tira dritto e fa spallucce un po’ come gli capita sovente su questioni meno prosaiche, ad esempio il commissariamento per infiltrazioni mafiose del Comune di Foggia. Ma allora, tutta colpa di Pio e Amedeo? Non scherziamo. L’irruzione dei due foggiani sulle reti Mediaset ha avuto la forza di un Caterpillar ben prima che la sacerdotessa degli ascolti Maria De Filippi se ne accorgesse e li imponesse nel palinsesto di Canale 5. Hanno un pubblico, piaccia o no, coprono una fascia d’ascolti purtroppo in espansione e qui il ruolo degli autori si presta a qualche riflessione. Le pellicce, gli occhialoni esagerati, sono un complemento: attrae la parlata gutturale, il dialetto sottotitolato, l’orrido e l’assurdo di certe trovate. L’idea di spillare soldi ai Vip mostra un po’ il fianco nella seconda edizione, ma il format regge, lo dicono gli ascolti, il fine ultimo (e non esaustivo) di certe valutazioni. E’ proprio questo che fa storcere il naso agli snob: gli stessi che poi attribuiscono all’ignoranza dei votanti il successo della Meloni.
Ma Pio & Amedeo sembrano già a un bivio, il ritmo da tenere in trasmissione è faticoso e i nostri hanno una certa età. Bisogna reinventarsi, dicono quelli che capiscono di televisione. Loro saprebbero già come si fa: in “Ciao belli”, il film lanciato a Capodanno, al di là delle gag c’era un messaggio intrigante: al bando le classifiche sul benessere che mirano sempre al Nord, se poi il vicino di casa milanese non apre nemmeno la porta per una richiesta di aiuto. Il Trash allora come un modo per sfondare quella porta, suscitare la riflessione e il confronto per andare oltre i luoghi comuni. La gavetta non gli manca, Pio e Amedeo conoscono le regole dello star-system, ormai ci sono dentro: modificare i codici della loro comicità diventa un modo anche per non farsi travolgere nella contesa tra favorevoli e contrari che li ha visti coinvolti in prima persona (attraverso anche qualche uscita fuori campo inopportuna e sgradevole). Lo ha già fatto Checco Zalone che non è più lo stesso dei tempi di Zelig. Quanto al Sud straccione e scroccone che ne uscirebbe da quelle intemerate, niente paura: il pubblico è maturo per smarcarsi da certe congetture, e poi “Emigratis” non potrà mai essere “Quark”.