Si chiamano «residenze di edilizia sociale», a Foggia basta la parola: “Housing sociale”. Pronunciata come uno slang, giusto per riempirsi la bocca. La gran parte dei cittadini in effetti non ne sa molto di cosa si tratti, però la locuzione anglo-italica suona bene e fa un certo effetto nei tg. Oltre 2mila nuovi alloggi per famiglie e nuclei a medio reddito, impossibilitate a comprar casa: in una città percorsa da decenni di occupazioni abusive, di container concepiti come abitazioni en-plein-air, quel considerevole dispositivo di alloggi in più sarebbe un’iniezione di civiltà non trascurabile.
Questione vecchia come il cucco, tuttavia: la prima volta in cui l’housing entrò nel vocabolario dei nostri amministratori risale al 2008. Il tempo però non passa sempre allo stesso modo, se una lottizzazione ritenuta ormai inattuabile – perchè nel frattempo sono stati costruiti gli stradoni dell’orbitale ed è stato progettato l’ampliamento dell’aeroporto – ritorna invece alla carica sotto la spinta dei ricorsi e di probabili richieste di risarcimento. Eventualità che spaventa chi siede tra i banchi dell’assemblea cittadina. Come non capirli?
L’errore però è aver lasciato una discussione che incide sul futuro dei cittadini nelle mani esclusive della politica. Un film già visto troppe volte. Sarebbe interessante, ad esempio, sapere cosa ne pensi l’Ance su una faccenda che vede coinvolti alcuni costruttori della città. E magari allargare una riflessione più ponderata sul generoso piano di superamento di un così lungo stallo, proposto dall’assessore Pino Galasso, impallinato invece senza pietà da maggioranza e opposizione insieme.
E perchè non ascoltare anche il parere degli ordini professionali degli ingegneri e degli architetti, piuttosto che concentrare la discussione solo sulle conseguenze che si avrebbero sul consiglio comunale che cancellasse un piano utile e magari pure redditizio sul piano elettorale, ma decisamente antistorico? Un tempo si diceva che l’Housing sociale avrebbe potuto ostacolare l’allungamento della pista del “Gino Lisa”, oggi siamo praticamente al ribaltamento della prospettiva. Non un dettaglio da poco. Tornare indietro sarebbe la certificazione di una città smarrita, incapace di guardare avanti.
La sensazione è che quei consiglieri oggi favorevoli all’Housing, andrebbero supportati da un’opinione pubblica di addetti a lavori perchè il ripensamento si nutra di pareri più motivati. E forse anche la sindaca, dileguatasi inaspettatamente il giorno del voto che ha mandato sotto la maggioranza, avrebbe bisogno di un sostegno un po’ più trasversale.
Episcopo ha difeso a spada tratta la solidità della sua giunta, rinviando alla seduta del 29 aprile un’approfondita verifica politica sull’argomento. Lasciando però in balìa degli eventi i 5 stelle, gli unici a far da scudo al povero Galasso. Il chiarimento non potrà che essere politico, ma forse mai come questa volta c’è bisogno che la politica si faccia portar per mano da una tecnicalità di fondo perché dove la politica con le sue emotività, i giochi di sponda, non arriva ci sono le leggi, le convenzioni scientifiche a indicare le soluzioni più opportune. E che salvino capra e cavoli.
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Foggia dall’alto, la città si espande solo in periferia