Il papà schiaffeggiato dagli ultrà, davanti al figlioletto disperato in lacrime allo stadio San Nicola, alla fine è stato anche arrestato. Cornuto e mazziato. Il video, raccapricciante, ha fatto il giro del web e suscitato sdegno e riprovazione contro le aberrazioni del tifo da stadio. Versione riveduta e corretta quarantott’ore dopo, tre gli arresti della Digos e tra questi appunto pure il papà malmenato. Non era violenza ultras lo spettacolo messo in scena, ma solo la conseguenza di «questioni personali» regolate al di fuori dei gruppi ultrà. Come se fosse meno abominevole quanto si è visto e sentito dai video girati e mandati in rete.
Ora siamo insomma tutti più sereni, la curva – subito dissociatasi da quella violenza gratuita – non c’entra con quel pestaggio perchè «non si comporta così». Le immagini però parlano da sole. E se anche i tifosi non s’immischiano in faccende personali (ma pensiamo al gesto nobile che sarebbe stato se fossero stati gli ultrà a dividere i lottatori), i litiganti hanno scelto di darsele di santa ragione e di regolare i propri conti nella zona franca di uno stadio. Come se in quel genere di acquario fosse consentito sguazzare in ogni modo.
E tutto questo nel mezzo di uno sciopero del tifo inscenato dagli ultrà per contestare squadra e società (del Bari). L’obbligo di lasciare la curva era stato perentorio, chi non si fosse adeguato a quali conseguenze sarebbe andato incontro? L’impressione è che il mondo ultrà da questa vicenda ne ricavi un’assoluzione d’ufficio, ma il messaggio trasmesso da quelle immagini è però ugualmente devastante e sintomatico di un mondo a parte che va sempre più all’incontrario.
Che gli ultrà fossero o meno coinvolti conta poco. Quel che resta di quel video è una strana sensazione di impotenza che ci riguarda tutti. Perchè non è vero che la brutalità, quantomeno in certi ambiti, resti confinata solo tra chi quegli ambiti si trovi volontariamente a frequentare. Il piccolo sorpreso a piangere disperato, mentre il papà veniva riempito di calci e pugni (preso in braccio e allontanato da un tifoso caritatevole), pensava di essere allo stadio a vedere una partita di calcio e invece è vittima involontaria di un’aberrante esperienza per giunta a carico del proprio genitore. Quel terrore negli occhi si tramuterà domani in rabbia e altra violenza. C’era una volta l’esempio da trasmettere ai più piccoli…
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Il video delle botte al San Nicola (credit leggo.it)