
Il fronte si allarga, i balneari italiani sono meno soli da nord a sud della penisola. La battaglia contro le “restrittive” direttive Ue sulle concessioni demaniali in scadenza nel settembre 2027, arruola anche l’Università di Foggia. L’obiettivo punta a favorire una riflessione meno preconcetta sull’opportunità di una normativa che, in nome della libera concorrenza, mette al bando imprese consolidate nel settore e il lavoro di generazioni. “Chiediamo il diritto al lavoro e alla proprietà aziendale, sulla concorrenza si fondano solo le ragioni dell’Ue”, il concetto chiarito da Antonio Capacchione presidente nazionale del sindacato Sib Confcommercio.
Foggia rappresenta il crocevia nazionale della vertenza. Al seminario ospitato dal dipartimento di Economia management e territorio e presieduto dalla prof. Francesca Cangelli, sono intervenuti numerosi imprenditori balneari provenienti dalla Puglia e da altre regioni. Presenti anche rappresentanti della combattiva “cellula” riminese che con l’avvocato foggiano Vincenzo De Michele ha ingaggiato un braccio di ferro con l’amministrazione comunale del comune romagnolo sull’adozione di misure anticipative della direttiva peraltro già scongiurate dal governo che ha impugnato la legge della regione Emilia Romagna.
“Guardo la vicenda da giurista, esperto in diritto europeo – ha detto l’avvocato De Michele, legale dei balneari di Rimini – siamo in presenza di una questione fondamentale che scardina l’ordinamento democratico. Non è più un problema di libera concorrenza – ha aggiunto – mi chiedo se le concessioni balneari rientrino nella Bolkestein. Mi chiedo anche se la rimozione di beni di difficile asportazione, senza indennizzo, rientri tra le misure di un regime democratico. Mi chiedo, inoltre, perché l’adozione di due pesi e due misure: la Bolkestein in Spagna non è entrata, in Italia invece si è voluto far entrare il problema all’interno di questa direttiva sulla libera concorrenza. Pregiudiziale sollevata dal Tar Lombardia e dal Tar Sardegna, a cui la Corte di giustizia europea risponde in modo atipico: questione irricevibile, sono concessioni di beni non di servizi”.
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SOS BALNEARI – Il seminario promosso dall’Università di Foggia, al centro (da sinistra) Antonio Capacchione e Vincenzo De Michele