Elena Cattaneo

La ricerca questa nemica, j’accuse della senatrice Cattaneo

Davvero uno strano paese, l’Italia. «Avrebbe bisogno di essere accudito ogni giorno», sospira Elena Cattaneo, farmacologa, scienziata di fama mondiale, parlamentare forse suo malgrado dovendo poi assistere, a volte in presa diretta, a decisioni che lasciano perplessi. Come la legge sulla Mototerapia approvata dal Parlamento nel febbraio 2025 e che strappa punte di ilarità persino alla compunta senatrice. «Votata sulla base di una teoria assurda, elaborata da una rivista senza un briciolo di credibilità scientifica, senza alcun fondamento medico di base secondo il quale la moto da cross, attenzione a non sbagliare mezzo eh…, sarebbe efficace per combattere l’autismo! Una legge al momento ancora senza copertura, però in questo paese non si sa mai».

Nella penisola degli opposti dove basta l’appello di una influencer per inondare le città di visitatori sgraditi e l’elezione del Papa rimette Roma al centro del mondo con Chiesa e Vaticano, la senatrice Cattaneo non individua pur in questi tratti un paese alla frutta. «Al contrario, la qualità della formazione è molto buona. Ma non è un posto per scienziati. Eppure abbiamo tutte le qualità, gli italiani eccellono in quasi tutti i campi. Non vedo un vuoto di competenze in questo paese, è proprio questa la mia rabbia. Il vuoto è sul modo in cui si legifera», aggiunge la scienziata tra i maggiori esperti negli studi condotti nel campo delle cellule staminali neurali e della Malattia o Còrea di Huntington.

E così che la ricerca – che prima del Covid godeva di un’accezione sostanzialmente positiva – oggi spaventa quasi quanto la democrazia. C’è infatti un destino comune tra i due storici baluardi del progresso civile e scientifico dell’Occidente: vedere per credere il manrovescio assestato dal presidente Usa, Donald Trump, ai ricercatori americani. «A volte i risultati che si ottengono sono indesiderati dalla pessima politica – osserva la senatrice Cattaneo, a Foggia per il venticinquennale del giovane Ateneo – dovrebbero essere piuttosto i ricercatori, di qualunque latitudine, a non lasciare tutte le scelte in mano al decisore pubblico».

Ricerca e politica, mondi che si piacciono sempre meno. Le strumentalizzazioni «No vax» durante il Covid sono forse il prologo dell’ineffabile virulenza scoppiata con il trumpismo, l’imprevisto e imprevedibile taglio dei finanziamenti ad Harward forse l’agguato più energico del disegno nichilista del movimento Maga e di teorici alla Steve Bannon. 

E pensare che i tempi (brevi) in cui è stata debellata la pandemia avrebbero dovuto contrastare efficacemente l’ondata di negazionismo e di caccia alle streghe su ricerca, ricercatori e gioco di squadra. Perchè non è accaduto? «Il Covid ha dimostrato come la forza della ricerca e delle istituzioni, oltre che di tanti ambiti sociali che si sono messi a lavorare insieme, possano produrre risultati straordinari. Purtroppo, terminata l’emergenza – aggiunge Elena Cattaneo – siamo tornati all’idea che si possa affrontare il futuro senza le armi giuste della conoscenza. E invece i problemi sono continui, il modo per affrontarli è sempre lo stesso: studiare, conoscere, affrontare le situazioni».

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UNIVERSITA’ La senatrice Elena Cattaneo parla agli studenti foggiani

 

 

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