Rompere tutto, perchè è già tutto rotto. Basti vedere quel che succede davanti a un qualunque cassonetto per i rifiuti della città di Foggia. Anche stimatissimi professionisti, specie a sera e col favore delle tenebre, scaricano il loro sacchetto dell’immondizia dove capita. «Tanto è tutto uno schifo», il refrain che si sente ripetere in giro…
La teoria delle finestre rotte è il nostro alibi, l’esercizio di facciata su cui si addensa tutto lo spregio e l’indifferenza di chi non crede che le cose possano andare meglio. E’ un vuoto dell’anima, una rassegnazione guidata dall’odio verso tutto ciò che funziona ed è «migliore» e di cui non possiamo e forse non vogliamo disporre. Ma che sicuramente è altrove: ce ne accorgiamo quando ci rechiamo in un’altra città e siamo solitamente ligi e rispettosi delle regole.
Su questa lunare condizione sociale, nel prossimo mese di settembre nel capoluogo del Tavoliere di Puglia verrà dato il via alla raccolta differenziata con l’impiego dei cassonetti intelligenti.
L’associazione di attivisti locali, “Quelli del libro bianco” invita il comune e l’Amiu a «fermarsi» finché si è in tempo. «Non abbiamo alcuna pretesa di dare lezioni, noi siamo per la formazione delle idee, non per l’educare al catastrofismo», dice Gian Maria Gasperi decano dell’ambientalismo foggiano e oggi tra i principali attivisti del “libro bianco” che si vorrebbe riempire soprattutto di buone pratiche.
Quali? Cominciando proprio dalla differenziata incentivata dai cassonetti intelligenti, l’associazione riporta l’esempio di Bari dove la popolazione è stata abituata per tempo all’uso dei nuovi cassonetti ma nonostante tutto «la raccolta differenziata è qualitativamente molto bassa», rileva Marcello Sciagura, medicina per l’ambiente. Uno studio comparato tra le due città rivela, ad esempio, alcune differenze non trascurabili: se a Bari la popolazione è stata abituata all’uso dei cassonetti intelligenti previo un periodo di raccolta porta a porta (e, nonostante ciò, con risultati deludenti), a Foggia non ci sarà alcuna introduzione al nuovo sistema, così a settembre l’Amiu scaraventerà per le strade i nuovi cassonetti e poi saranno i cittadini a doversi abituare al nuovo regime. «Conviene? Non sarebbe meglio estendere il porta a porta su 80mila abitanti, al posto dei cassonetti intelligenti?». «Impossibile», rispondono al ministero dell’Ambiente al quale il quesito è stato posto rileva la vice sindaco con delega all’Ambiente, Lucia Aprile.
“Quelli del libro bianco” partono da un assunto: attraverso il (pessimo) rispetto che abbiamo dei nostri rifiuti (e pensare che altrove il riciclo è fonte di ricchezza), si misura il patto sociale che dovrebbe legare i cittadini all’amministrazione locale. «Un patto da tempo lacerato», sottolinea Riccardo Ricciardi. «Se non si interviene – aggiunge – è come se i cittadini venissero autorizzati a sporcare sempre di più». Ma se il degrado chiama degrado, come pensano “Quelli del libro bianco” di agire sul corpo sociale? «Il libro bianco – affermano – fornisce un insieme di dati e di proposte operative che vorremmo fosse patrimonio dell’amministrazione comunale. Non solo rifiuti, parleremo anche di aree verdi, di energia e altro ancora. Vorremmo contribuire a tracciare una linea di separazione tra quel che c’era e quel che ci aspettiamo di trovare tra qualche tempo».
