“Vietato vietare” è uno sberleffo alla pubblica censura: il senso dell’eros raccontato in tredici pannelli e in un video di nudi (Fotocineclub, Foggia: fino al 16 settembre). Inevitabilmente, con il pieno di visitatori. Scontato, vero? Non proprio. Se il titolo acchiappa la pruriginosa curiosità che c’è in ciascuno di noi, sospettiamo che alla fine qualcuno possa esserci rimasto male.
Le foto di Nicola Loviento, amante delle donne per averne fotografate a centinaia e il velo grafico a mo’ di vedo/non vedo di Silvano Delli Carri, a cui è stato affidato l’onere di scegliere tra le migliori e più adatte in quella selva di immagini – trascendono l’ordinario.
Corpi volontari, che si offrono all’obiettivo nella naturalezza di pose qualsiasi: a cavalcioni su una sedia, appoggiate al muro, languide e preoccupate, le mani sovrapposte nell’atto di doversi coprire alla bell’e meglio. «Modelle vere, non fotomodelle – dice Loviento – ognuna si mostra per quel che sa di essere: non importa l’età, il filo di cellulite».
Donne discinte, eppure caste nella dignità di corpi espliciti. Erotismo, appunto, non pornografia: la differenza che passa tra le riviste patinate di una volta e i costumi espliciti di un cinema a luci rosse. Confine che oggi, con i social, è diventato ancor più labile in danno soprattutto dei più giovani: «Perché l’eros è fantasia – dice Delli Carri – il gusto dell’immaginazione oltre le convenzioni. E i ragazzi hanno poco da immaginare a giudicare da quel che circola sul web».
Una catechesi al contrario questo “Vietato Vietare”, la donna vista non come un desiderio sublime, quasi celestiale, ma raffigurata come un punto di riferimento rintracciabile seguendo l’itinerario tra conoscenza, sensualità, passione. L’erotismo uguale scoperta: chi se ne accorgerà saprà rimettere a posto l’ordine delle cose.
“Vietato Vietare” come dunque un richiamo d’attenzione tra posizioni oggi difficili da conciliare. Colpa del web, ma non solo: la morale e un certo bigottismo continuano a muoversi nell’ombra del pensiero debole, ma probabilmente imperante, del maschio “Alfa”. E allora diciamola tutta, nudi e crudi, prendendo a prestito la… leggerezza di una massima di un poeta maledetto come Charles Bukowski: “Scopare la mente di una donna è vizio da raffinati intenditori, tutti gli altri si accontentano del corpo”.
Allora, capito l’antifona?
