Andare oltre la direttiva Bolkestein, ristabilire diritti e doveri riguardo le concessioni balneari su buona parte degli 8.300 chilometri di costa della penisola italica. Se ne discute da vent’anni, così come da tempo immemore ci si accapiglia sui diritti di chi resta e di chi dovrebbe subentrare per mezzo di nuove gare. Ovvero sulla corretta applicazione della direttiva Bolkestein 2006/123/CE, sulla libertà di stabilimento delle imprese che operano nell’Unione europea nel settore dei servizi. Questione apertissima e assai spigolosa.
Se ne discuterà venerdì 26 settembre all’interno alla celebre Capannina di Forte dei Marmi, luogo consacrato allo spettacolo e alla musica e che ha tenuto a battesimo le carriere di fior di artisti, un palcoscenico esclusivo e iconico delle estati sulla Versilia che venerdì ospiterà un incontro-dibattito su uno dei temi più spinosi per l’economia e la politica italiani degli ultimi anni.
La questione delle concessioni balneari che dovranno andare a gara all’insegna del libero mercato, rischia infatti di far saltare imprese consolidate forti di autorizzazioni ultradecennali. Ma c’è un modo, suggerito anche da recenti ordinanze, per impedire tutto ciò: applicando il buonsenso, preservando il principio di sussidiarietà (come lo definiscono i giuristi) che da quando esiste l’Unione europea e – nel 2027 saranno settant’anni nella prima conformazione in Comunità economica europea – ha sempre costituito la base giuridica fondamentale del diritto dell’Unione inserita nei Trattati.
Il convegno, organizzato dall’associazione Fortemente Noi presieduta da Monica Balloni, con il patrocinio del comune di Forte dei Marmi e del centro studi nazionale di diritto del lavoro “Domenico Napoletano”, punta a sviluppare una riflessione sulla complessa questione che vada oltre la direttiva Bolkestein e ricostruisca i rapporti tra le Istituzioni europee e l’ordinamento costituzionale nazionale per applicare quel principio di sussidiarietà che costituisce la base giuridica fondamentale del diritto dell’Unione inserita nei Trattati.
I lavori saranno aperti dal magistrato Giuseppe Napoletano, presidente emerito di Sezione della Corte di Cassazione e del Tribunale Superiore delle Acque pubbliche, presidente del centro studi nazionale di diritto del lavoro “Domenico Napoletano”.
Previsti gli interventi di Fabio Pacini, docente di diritto costituzionale e pubblico presso l’Università della Tuscia di Viterbo, su “Rapporti tra ordinamento sovranazionale e ordinamento statale e ruolo del Parlamento: la vicenda delle concessioni balneari”; Francesca Cangelli, ordinario di diritto amministrativo presso l’Università di Foggia su “Prospettive di trasferimento del demanio marittimo agli Enti locali o ai privati”; Vincenzo De Michele avvocato del foro di Foggia su “La tutela processuale delle concessioni balneari fuori dalla Bolkestein nel diritto eurounitario”; Michela Guidi, consulente pianificazione e progettazione strategica di azienda privata e pubblica su “Oltre la Bolkestein, uno scenario innovativo”; Gabriella Guida avvocato del foro di Foggia su “La tutela antidiscriminatoria nei confronti dei balneari italiani nella 2ª pregiudiziale Ue del GdP di Rimini (causa C-574/25)”; Ettore Nesi avvocato del foro di Firenze su “Ragioni imperative per escludere dalle gare le concessioni balneari”; Roberto Righi avvocato del foro di Pistoia su “La parabola della disapplicazione e l’espropriazione sostanziale delle imprese balneari”.
«Lo scopo dell’incontro – sottolineano gli organizzatori – è quello di evitare che un settore tradizionalmente estraneo alla disciplina degli appalti europei, per essere le concessioni balneari delle concessioni di beni, possa per il futuro continuare a generare quei conflitti interni tra le massime istituzioni politiche e giudiziarie nazionali, che hanno amplificato e alimentato il caos nello sviluppo e nella tenuta di un settore trainante dell’economia italiana, fatto da decine di migliaia di microimprese nella maggioranza a conduzione familiare, che operano in regime di concorrenza con canoni concessori imposti dallo Stato, senza necessità di implementare la concorrenza non di derivazione Ue nei servizi marittimi, già sottoposti a molteplici controlli e alla vigilanza della PA per attività di forte interesse pubblico».
«Lo specchio di questo caos – viene rilevato – è rappresentato dalla pratica di disapplicazione delle leggi dello Stato in materia di proroga della durata delle concessioni di ‘spiaggia’, imposta a tutte le amministrazioni pubbliche da una granitica ma discutibile interpretazione delle decisioni della Corte Ue da parte del Consiglio di Stato. Il diritto pretorio di Palazzo Spada è stato messo in discussione e sostanzialmente superato da un insolito accordo tra Commissione europea e il Governo nel settembre 2024, che si è tradotto con l’art.1 del decreto legge del 16 settembre 2024 n.131 nella ulteriore proroga al 30.9.2027 delle concessioni balneari prima dell’espletamento di gare, sulla base di criteri e di modalità di quantificazione di un indennizzo al concessionario uscente, da integrare con decreto del MIT che non ha ancora trovato la sua definitiva approvazione».
«Verrà svolta una riflessione sulla complessa questione che vada oltre la direttiva Bolkestein e ricostruisca i rapporti tra le Istituzioni europee e l’ordinamento costituzionale nazionale per applicare quel principio di sussidiarietà che costituisce la base giuridica fondamentale del diritto dell’Unione inserita nei Trattati, in base alla recente ordinanza della Corte di giustizia Ue del 4 giugno 2024 nella causa C-464/24 sui Balneari Rimini e della ulteriore ordinanza di rinvio pregiudiziale del Giudice di pace di Rimini del 28.7.2025 nello stesso procedimento principale nella causa C-574/25 Balneari Rimini II».
«La proroga delle concessioni storiche – sottolineano concludono gli organizzatori – è da qualificarsi come “continuità del diritto”, mantenendo lo stesso uso senza applicare i vincoli di localizzazione dell’art. 32 LC, purché vi sia parere ambientale favorevole dell’organo autonómico competente».
