La doppia etica sul fine vita

C’è chi invia sangue cordonale dall’Italia agli Stati Uniti per salvare una bambina affetta da una grave patologia al midollo osseo, e chi dall’Inghilterra ritiene inutile il trasferimento della piccola Indi (otto mesi appena) in un ospedale italiano che provi un disperato, quanto estremo tentativo di salvataggio. Coincidenze che s’incrociano a ricordarci forse opportunamente che non esiste una doppia etica quando si tratta di salvare una vita, tanto più che si tratti di una piccola vita. E che la consuetudine replicata dall’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, dove viene custodita e gestita la Banca del sangue cordonale di tutti gli ospedali pugliesi, resta un alto esempio di solidarietà e di aiuto del prossimo quantomai significativo e simbolico in questo momento, oltre le fredde disposizioni impartite da un giudice britannico. Dal 2008 la banca del sangue cordonale di Puglia custodita nel cuore del Gargano ha infatti distribuito nel mondo 25 unità di sangue, Regno unito compreso.

La storia della piccola Indi ha scosso l’opinione pubblica mondiale e particolarmente in Italia, dove dal caso di Eluana Englaro (vissuta in stato vegetativo per 17 anni) in poi si discute e ci si accapiglia sul piano politico se sia giusto staccare la spina e su chi abbia il diritto di farlo. Così mentre infuria il dibattito sul diritto al fine vita, un altro Stato europeo quasi di soppiatto decide di staccare autonomamente la spina senza consultare il parere dei genitori. A ricordarci una volta di più la complicazione estrema di certi argomenti se affrontati nel campo aperto del libero arbitrio. E’ come se si decidesse di affidare il salvataggio di un essere umano attraverso la mano di un boia moderno. Il caso della piccola Indi (difficile, disperato, praticamente inevitabile nel suo epilogo) a seguito della decisione di quel giudice rischia di aprire un varco inesplorato nella concezione dell’essere umano e dai risvolti pericolosissimi. E’ dunque un punto d’orgoglio per questo territorio e per la Puglia intera, dover sottolineare come alla vicenda drammatica della piccola Indi la risposta della Vita arrivi da un grande ospedale del Sud, oltre che dal Bambino Gesù di Roma che avrebbe voluto prendere in carico la piccola. Un messaggio di speranza che va oltre la legge degli uomini. 

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