C’è uno stradone che è come una trappola per gli automobilisti foggiani. Sono le «Tre Corsie»: via Telesforo, Natola, Primo Maggio, viale Michelangelo. Una voragine che conta le sue vittime: un motociclista morto a causa dell’asfalto dissestato. Qualcosa però adesso comincia a muoversi: l’idea più intrigante lanciata due anni fa dal Wwf – un vialone alberato sulla corsia centrale a vantaggio della mobilità lenta, nella foto – incrocia i piani del nuovo assessore all’Urbanistica e alla Rigenerazione, Giuseppe Galasso. La sua è una riconversione più soft, ma che parte dallo stesso presupposto della riduzione delle corsie. L’arteria (quattro chilometri) che mette in connessione i due poli a Ovest della città – dal Policlinico ai Campi Diomedei – potrebbe infatti ritrovarsi dimezzata dopo la profonda rivisitazione architettonica: «Dalle attuali otto corsie si passerebbe a quattro, che poi sono sostanzialmente quelle già utilizzate dagli automobilisti a causa di buche e avvallamenti che determinano le attuali difficoltà di transito», dice al nostro blog l’ex assessore barese fino a due mesi fa nella giunta Decaro. «L’idea è quella di allontanare le auto dai pini dello spartitraffico – aggiunge – in prospettiva vogliamo piantarne di nuovi facendo in modo nella piantumazione che le radici non continuino a causare i rigonfiamenti oggi presenti sulla sede stradale. Oltretutto ritengo che quattro corsie al posto delle attuali otto sarebbero più che sufficienti veder confluire il traffico senza problemi».
Attualmente il transito sulle Tre Corsie è una corsa a ostacoli: bisogna conoscere palmo a palmo il percorso per non rompere l’auto. Lungo via Natola e via Telesforo – i tratti più malandati – è da tempo un azzardo viaggiare sulla corsia di sorpasso: i crateri sull’asfalto, causati dalle radici degli alberi, obbligano gli automobilisti a tenere bene il controllo del volante per non andare a sbattere. Finì in tragedia, il 25 giugno 2018, l’incidente in cui incappò un ignaro motociclista di 28 anni: dopo essere ripartito dal semaforo in via Natola, la sua moto dopo qualche centinaio di metri decollò letteralmente per finire la sua corsa contro un albero. Dopo i rilievi nei giorni successivi all’incidente le indagini addebitarono la causa dell’impatto all’assetto stradale dissestato. La Polizia locale decise così di collocare alcuni segnali all’altezza del tratto incriminato, sulla corsia centrale, di fronte all’istituto scolastico Pacinotti. Il 28enne morì sul colpo, la moglie seduta sul sellino posteriore se la cavò riportando ferite multiple.
Il pericolo a distanza di quasi sei anni è rimasto lo stesso, l’incuria degli ultimi anni ha cancellato anche gli avvertimenti estemporanei messi a tutela di chi vi transita. Siamo al “si salvi chi può”. Ora però il comune ha intenzione di rimediare. «Nel medio termine – promette Galasso – la prima cosa che faremo sarà provvedere al segnalamento e alla mitigazione delle asperità esistenti per garantire migliori condizioni di sicurezza. Nelle more del progetto faremo la nuova sezione con l’ampliamento delle corsie spartitraffico e la nuova disposizione dei parcheggi. Il masterplan può essere frazionato in più lotti, vedremo di intercettare risorse finanziarie adeguate per un intervento che si preannuncia molto impegnativo».
Stimata una spesa di 6 milioni per fare tutti i lavori, soldi che al momento non ci sono. E non soltanto per le corsie da ridurre: l’assessore Galasso, ingegnere dell’Anas, pensa anche di aumentare il numero delle rotatorie lungo l’intero tracciato eliminando gli incroci a raso all’altezza di via degli Aviatori, viale Ofanto e viale Colombo. «Toglieremo anche gli attuali incroci semaforici – puntualizza – al termine dei lavori l’asse viario sarà visibilmente rinnovato». Tra le altre ipotesi anche il restyling delle piste ciclabili, non quelle però già realizzate (con il cordolo): «Pensiamo a una leggera soprelevazione delle nuove piste ciclabili lungo l’asse viario, un progetto che riguarderà ovviamente anche le Tre Corsie». Ma dopo tanta attesa da parte dei foggiani, adesso è necessario che il comune si metta a correre.