L’acqua pubblica finisce in mare, che spreco tra la Puglia e il Molise

La maggior autosufficienza idrico-irrigua della Capitanata, la provincia più agricola del Mezzogiorno, passa attraverso una condotta di appena 17 chilometri. Una condotta che però Puglia e Molise si rimpallano da una parte all’altra degli schieramenti (politici e non solo): se a Campobasso nicchiano, a Bari non pressano. E’ una storia che si tramanda da decenni tra le due regioni. Una storia fatta di egoismi (molisani) e di tentennamenti (pugliesi), mentre l’acqua in più che dalla diga del Liscione (Molise) dovrebbe finire in Puglia viene scaricata in mare nell’ordine (stimato) di oltre 200 milioni di metri cubi l’anno. Acqua che si disperde nel silenzio ignavo della politica, mentre i tecnici con i loro progetti si sforzano di far capire a lorsignori i disastri che si stanno compiendo ai danni della popolazione. «Non è nemmeno un problema di volontà politica – commenta rassegnato il presidente del Consorzio di bonifica della Capitanata, Giuseppe De Filippo – semmai di tensione su certi temi: gli anni passano, i presidenti cambiano, e ogni volta occorrono almeno sei mesi una volta insediati per rimettere al centro dell’agenda un tema che sta molto più a cuore alla Puglia che al Molise, diciamolo francamente».

Eppure i progetti sono già pronti, i finanziamenti facilmente ottenibili nell’ambito del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico. «Il primo stralcio dei lavori prevede la costruzione di una condotta di circa 17 chilometri per trasferire acqua dalla diga di Ponte Liscione sul Biferno ai comprensori irrigui del Basso Molise. Il secondo stralcio prevede il completamento della condotta adduttrice, per una lunghezza di circa 18 km., per l’alimentazione di ulteriori comprensori irrigui prossimi al confine regionale Puglia-Molise. E’ stato svolto uno studio sulle opportunità offerte, per entrambe le regioni, dal collegamento degli schemi idrici del Fortore (Puglia) e del Biferno (Molise) realizzabile attraverso il prolungamento, sino al nodo idraulico di Finocchito (nella foto), dell’adduttore che parte dall’invaso di Ponte Liscione per alimentare i comprensori irrigui del Basso Molise; si tratterebbe di prolungare detto adduttore ancora di 5 km circa», spiega l’ingegner Raffaele Fattibene direttore d’area Ingegneria del Consorzio foggiano. 

L’ente di Capitanata in cambio dell’acqua ricevuta dal Molise propone di realizzare nell’ambito del piano finanziario una serie di ristori per rendere irrigabile la povera (oggi) agricoltura del Basso Molise.  «Il collegamento idraulico tra i due schemi – informa ancora Fattibene – conferirebbe all’adduttore in costruzione la duplice funzione di alimentare i comprensori irrigui del Basso Molise e trasferire in Puglia parte della risorsa idrica invasata a Ponte Liscione per un volume medio annuo stimato in 50 milioni di metri cubi. Il vantaggio per la Puglia – aggiunge l’ingegnere del Consorzio di bonifica – sarà quello di avere maggiore disponibilità di risorsa idrica che permetterà un ampliamento dei comprensori irrigui di circa 25.000 ettari; per il Molise il trasferimento in Puglia di acqua invasata, ma non utilizzabile nel territorio regionale, permetterà di acquisire la sostenibilità economica, attraverso l’indennizzo per ristoro ambientale, ai programmi irrigui in corso di attuazione riducendo sensibilmente le spese di gestione e gli oneri a carico degli agricoltori molisani». La Puglia e l’agricoltura della provincia di Foggia avrebbero un doppio vantaggio da questa operazione: l’acqua oggi distolta dalla diga di Occhito per usi potabili (circa 60 milioni mc.) potrebbe essere assicurata dalla dotazione “molisana”, ma anche il Molise come si è visto ne guadagnerebbe in termini di produzione lorda vendibile grazie alla possibilità di irrigare i terreni del Basso Molise oggi irraggiungibili da un sistema di condotte per ragioni orografiche del terreno. 

C’è anche una questione sicurezza da considerare:  «La condotta dal Biferno ci consentirebbe di fare finalmente la manutenzione all’unica galleria che porta acqua senza soluzione di continuità dalla diga di Occhito al nodo idraulico di Finocchito da cui si rifornisce l‘Acquedotto pugliese per garantire il consumo potabile alla popolazione. Questa galleria – precisa l’ing. Fattibene – necessita di urgente manutenzione in quanto, proprio perché destinata a trasferire con continuità acqua per gli usi potabili, non può essere messa fuori servizio per effettuare gli interventi manutentivi. Un eventuale fuori servizio della galleria per cause accidentali lascerebbe senz’acqua quasi tutta la Capitanata sia per le forniture potabili che per quelle industriali».

Il progetto è già su carta, elaborato dallo stesso ingegnere del Consorzio foggiano e dall’ing. Napoli (ex commissario Consorzio di Bonifica Integrale Larinese). Ora per poter inoltrare una richiesta di finanziamento al governo occorre stipulare un protocollo d’intesa tra le due regioni con il coinvolgimento dell’Autorità di Distretto dell’Appennino Meridionale (competente per i bilanci idrici con trasferimento di risorse da una regione all’altra) oltre che di Aqp destinataria delle risorse idriche da trasferire. E’ tutto pronto, manca solo la politica. E intanto le dighe del Foggiano, nonostante le piogge delle ultime settimane, restano mezze vuote: ad oggi non c’è acqua nell’invaso di Occhito per assicurare i consumi idrici sia per il potabile che per l’irriguo. E intanto, a poche decine di chilometri, l’acqua finisce in mare…  

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