Caso Bari, dove la politica ha perso il controllo

Si chiama “responsabilità”. La politica non perde occasione per dimostrare di averne smarrito il senso: il presidente della Regione Emiliano che straparla e inguaia il sindaco Decaro nel pieno di un’inchiesta per infiltrazioni mafiose al Comune di Bari; il centrodestra, rigido e severo come un maestro delle elementari di altri tempi, che interpreta quelle parole senza ombra di dubbio e sollecita l’intervento della commissione parlamentare Antimafia, anziché provare a ragionare sulle conseguenze di una valutazione frettolosa con le elezioni amministrative a stretto giro (giugno). «Portai io l’assessore Decaro dalla sorella del boss Capriati»), il ricordo facilone e grossolano dell’ex magistrato pronunciato dal palco in piazza a Bari sabato 23 marzo. Ma non dovrebbero essere proprio questi i momenti per dimostrare, dall’uno e dall’altro schieramento, capacità di analisi e di giudizio? Nel pieno di un’inchiesta giudiziaria della magistratura barese – 130 misure cautelari, l’AMTAB finita nell’occhio del ciclone, una consigliera comunale ai domiciliari e il marito ex consigliere regionale in carcere – il governo ha inviato una commissione di accesso agli atti per verificare se ci siano gli estremi per commissariare il comune di Bari (e far saltare di conseguenza il risultato delle elezioni). Veemente la reazione barese, Decaro difende con orgoglio la sua amministrazione. La risposta dei 10mila in piazza a suo sostegno avrebbe potuto silenziare sussurri e grida del centrodestra barese che nei giorni scorsi aveva platealmente sollecitato il ministro dell’Interno a fare la cosa giusta. Al di là dei metodi (discutibili) scelti per valutare i riflessi e la portata dell’inchiesta penale sui risvolti amministrativi, il governo ha agito seguendo le procedure di una legge comunque sbagliata sullo scioglimento dei consigli comunali. Ma non per questo Piantedosi avrebbe dovuto comportarsi diversamente proprio con Bari. A questo punto però la parola dovrebbe passare agli atti, ai riscontri oggettivi. Poi arriva Emiliano e il centrodestra a ruota ad invocare l’Antimafia. Ma in tutto questo val la pena ancora chiedersi se esista un briciolo di giudizio, di buonsenso in chi amministra la cosa pubblica? Emiliano ha provato a correggere il tiro: «Mi comportai all’epoca come avrebbe agito un carabiniere di fronte a un fatto non perfettamente definito che andava stroncato». Può darsi, non a caso – siamo ai tempi della demolizione di Punta Perotti anno 2006 – era il «gladiatore», il «sindaco-sceriffo». Una politica meno attraversata da odii e veleni avrebbe dovuto in via preliminare riconoscere che quella forma di “moral suasion” fu utilizzata dal comune di Bari (sindaco Emiliano) per eludere il predominio territoriale dei clan da Barivecchia. Emiliano si sarà fatto trasportare dall’entusiasmo dei 10mila (tra la folla campeggiava anche uno striscione “Decaro Foggia è con te”), le sue parole insultano le coscienze dei benpensanti e il perbenismo di facciata di tante maschere in giro nei salotti e nei talk show. E’ in questi casi che la politica – quella con la P maiuscola – non dovrebbe aggrapparsi alla virgola del burocrate. E invece il rilancio c’è stato prontamente, stamane su “La Verità” e “Il Giornale”, quotidiani di centrodestra, campeggiano le foto di Decaro a Barivecchia durante la festa di San Nicola 2023 in posa con la nipote e la sorella del boss. Il sindaco sapeva chi fossero le due persone con lui? E se lo sapeva avrebbe potuto sottrarsi in quella situazione? Sono queste le domande che una politica meno frastornata dovrebbe porsi. E invece…

Bari rischia così di sprofondare nel gorgo di un’insensata lotta politica che non può rassicurare noi tutti spettatori sempre più increduli. Perchè poi questa stessa è la politica che gestisce la cosa pubblica, fa le leggi e impone le regole della nostra democrazia. La schizofrenia di certi comportamenti lascia intendere invece come sia sempre più difficile per il cittadino attenersi scrupolosamente a leggi e regolamenti. La sensazione è che viaggiamo ormai con il pilota automatico, o con l’intelligenza artificiale a sovrintendere alle operazioni. La politica, sempre più litigiosa e cocciuta, deborda nei metodi putiniani come avvenuto dopo l’assalto alla Crocus City Hall di Mosca: «Pianificato da Kiev», continua a ripetere sicuro lo zar nonostante la rivendicazione dell’Isis e l’alert lanciato dagli Usa appena qualche giorno prima.  Per dire… 

 

Tag: Nessun tag

I commenti sono chiusi.