Risveglio con i campi Diomedei e quintali di miele spalmati sulla nomina di Luxuria. Il campo largo foggiano si dibatte tra spunti di ottimismo e cadute di stile: non proprio il massimo delle modalità scelte l’investitura di Vladimir, neo direttore artistico del teatro Giordano, direttamente sul palcoscenico e ancora in ciabatte di scena a fine spettacolo. Un colpo di teatro dall’effetto disarmante, per non dire della faciloneria di annunciare una nomina strombazzata da mesi con tanto di malcelato effetto sorpresa… Leggerezza e praticità, sembra questo il messaggio che s’intende far passare. Questioni invece che richiederebbero maggior senso logico e una preparazione più accurata perchè in fondo stiamo parlando di contratti e di soldi dei cittadini (a proposito: Vladimir verrà mica gratis?). D’accordo, un po’ di leggerezza non guasta. Ed a teatro, venerdì sera, davanti a una platea raccolta nel dramma di Princesa, il ragazzino che si sentiva donna sulle note di Fabrizio De Andrè, forse era l’epilogo giusto per chiuderla con una ventata di fiducia lungo una storia tragica: quella di Fernanda Farias De Albuquerque, trans brasiliana morta a 37 anni sopraffatta da droga e sieropositività. Ma se poi viene sottovaluta la portata di certi sconfinamenti, chi vuole si sentirà pure in dovere di interpretarli come esibizioni di dilettantismo. E in una città che avrebbe bisogno di curare soprattutto i dettagli, per sfuggire al cielo grigio sempre pronto a infilarvisi sopra, certi esperimenti non funzionano.
Ma poi per fortuna sono arrivati, giusto il giorno dopo, i Campi Diomedei a ravvivare l’orizzonte: l’enorme spazio verde nel cuore della città esploso come d’incanto in una bella giornata di sole. Un’area in cui respirare tempo nuovo, non soltanto metaforicamente. Un luogo di svago dov’è possibile mettersi finalmente alle spalle i lugubri e cattivi presagi delle ultime annate. Sono la cornice, i Campi Diomedei, che serviva per infilarci dentro la gran parte delle aspettative attese da decenni. E in quell’area si favoleggia di un ponte pedonale che colleghi l’area con il quartiere fieristico finalmente rinnovato, dall’altro lato del gigantesco verde urbano si potrà immaginare un naturale sbocco della nostra passeggiata verso la piscina comunale all’aperto (in costruzione da quarant’anni e ora con il cantiere riaperto) e l’anfiteatro Mediterraneo prossimo al restyling.
L’amministrazione Episcopo si trova tra le mani una clamorosa occasione per dimostrare le efficienze del «campo largo», quando la coalizione prosegue unita e supera anche le frizioni tenui, al momento, con i 5 stelle apparsi più defilati anche al Comune di Foggia per via dei mal di pancia in Regione. Un’amministrazione che deve fare i conti con le liturgie della politica classica: dati i precedenti forse è anche un bene che non le abbia ereditate. Ma che sconta una certa inesperienza (inevitabile) e che a volte paga per colpe non sue. E’ il caso proprio dei Campi Diomedei, paradiso senza grandi alberi lungo i percorsi pedonali e ciaclabili, denunciano da mesi decine di cittadini seriamente preoccupati (dunque non semplici detrattori che contestano purchessia). Andrebbero perciò segnalate le attenuanti di un progetto ipervincolato dai diktat della Soprintendenza e invece le critiche sui social risentono di un certo deficit informazioni.
Reclamare, giustamente, gli alberi ad alto fusto è la prima cosa che viene in mente addentrandosi in un parco del genere: 5 ettari appena aperti sui 23 complessivi. Sai che sauna sarà tra qualche mese sotto il solleone di agosto, difficile se non impossibile recarsi al parco nelle ore di punta. Ma quel progetto è stato ripreso più volte (anche in era pre-Episcopo), rivisitato alla luce dei vincoli normativi. Una volta c’erano pure le collinette di fronte al maneggio, eliminate dopo l’occhiuto parere perchè avrebbero coperto il profilo vanvitelliano del monumentale ingresso dei Cavalli Stalloni.